Sogno o son desto?
Sto scrivendo questo mio articolo subito dopo la vittoria di Bari ed ancora
sono incredulo, si è vinto di nuovo e siamo secondi ad un punto dalla
prima...
A questo punto che altro potrei fare se non buttare giù elogi sperticati,
riconoscimenti al valore ed affermazioni del genere: “Io l’avevo
detto a luglio!”.
Ed invece no, niente di tutto questo. Ma andiamo per ordine, visto che di
argomenti da trattare ne abbiamo diversi e tutti interessanti.
Prima di tutto, di questa Roma che fino ad oggi sta facendo onorevolmente
la sua parte ne sono soddisfatto, ma con riserva.
Mi spiego meglio, sono felice delle vittorie, per carità, ma è
il vedere “giocare a pallone” che l’anno scorso si trascinava
penosamente in campo che mi fa tanta rabbia.
Perché i due punti di oggi non cancellano gli orrori del campionato
precedente, di quei bocconi amari che questi signori, che oggi sembrano rinati,
ci hanno fatto ingoiare.
Ma davvero basta un tecnico (che comunque era stato bocciato ancora prima
di poter dimostrare qualcosa...) per risolvere il problema, oppure dipende
soprattutto da chi scende in campo?
Ho avuto la fortuna di poter andare a vedere Genoa-Roma, e mi sono reso conto
di quanto possa rendere un giocatore quando è motivato.
Ho visto una partita gagliarda, spigolosa e combattuta, ho visto i nuovi acquisti
fare cose egregie, ed ho visto i vecchi diversi! Che rabbia ragazzi!!
Oggi alla festa del gol partecipano tutti, si cercano e si abbracciano, niente
più gestacci ma segni di incoraggimento, pare di vedere una famiglia
unita e felice, che gioca con umiltà, non disdegna le
maniere brusche, ma che non ci sta a perdere.
Forse i “molli sciroccati della capitale”, così il sig.
Brera ha descritto la Roma all’indomani della vittoria di Genova, stanno
risalendo la china, sta soprattutto a loro evitare che si continui a gettare
veleno su Roma intesa come squadra e come città.
Tanto, e purtroppo le prime giornate lo hanno tristemente confermato, se c’è
ancora qualcuno che pensa che il razzismo in Italia non esiste, deve ricredersi.
Il razzismo becero esiste, anzi sta dilangando un pò ovunque, a Verona
però le cose si ripetono troppo frequentemente, anch’io qualche
anno fa mi sono beccato la mia buona dose di “terrone terrone”
pur amando quella città e conoscendo tanti ragazzi come me, e non credo
che giovi molto l’atteggiamento di alcune associazioni (nate per salvaguardare
dialetti, culture regionali e posti di lavoro...) che invece di predicare
la pace esasperano ancora di più gli animi.
Qualcuno, un pò di tempo fa, parlò in Parlamento, in maniera
brutale direi, contro Roma ed i romani, mettendo a nudo solo le caratteristiche
negative.
Credo che i problemi non facciano distinzioni regionali, un pò ovunque
i cantieri di Italia '90 sono balzati alle cronache per la morte di operai
(il caso di Palermo non è poi così lontano) per la precarietà
dei lavori e per le norme di sicurezza non rispettate.
Certo bisogna fare in fretta perché si è in ritardo, si lavora
giorno e notte, forse i turni sono pesanti, chissà, il fatto è
che questi morti verranno dimenticati in fretta come tutte le morti che imbarazzano.
E poi il razzismo conduce alla violenza, ripenso allo striscione dei milanisti
a Genova rivolto ai genoani “Infami”, e mi chiedo come possano,
proprio loro, esporre un qualcosa che sa di falsità.
Secondo me sono infami gli aggressori di Antonio, una masnada di “eroi”
contro un povero ragazzo, che stava in terra senza potersi difendere.
E che dire del milanista fermato con la cinta in mano (pare che i calzoni
fossero già stretti...) dalla polizia e che al processo è stato
capace di dire che l’aveva per difendersi? Ma da chi se erano tutti
del Milan?
E del minorenne che è stato giudicato pericoloso solo la domenica allo
stadio (per gli altri giorni è un ragazzo modello...) e che più
che punito va capito e aiutato?
Tutte queste belle cose andatele a spiegare ad Antonio, ma cercate di essere
molto convincenti perché potrebbe non essere facile.
Come si può notare la situazione non è cambiata di molto, ci
speravamo è vero, ma cosi va il mondo.
Per noi forse qualcosa è cambiato, inaspettatamente e senza clamori,
ci siamo ritrovati un tecnico che sta facendo pazientemente e con umiltà
il proprio lavoro e dei signori, i quali tornati sulla terra si sono ricordati
(!) di saper giocare al calcio.
Meglio tardi che mai direte voi, ed io mi adeguo, gustandomi, senza cadere
preda dei facili entusiasmi e in attesa degli inevitabili passi falsi, queste
vittorie che sono iniezioni di fiducia allo stato puro.
Stefano Malfatti
Comando Ultrà Curva Sud
Vecchio Cucs
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